Quando un fotografo decide di guardare il mondo non solo attraverso i suoi occhi e le sue “lenti”, ecco cosa può accadere.
Fabio Moscatelli, fotografo affermato ed ex allievo de La Scuola Romana di Fotografia, frequenta da tempo un amico speciale affetto da autismo, Gioele, finché decide di fare un regalo a lui e se stesso.
Nel tempo libero di Gioele, lui e Fabio decidono di camminare fianco a fianco e raccontarsi il mondo a modo loro. Due punti di vista diversi, un solo strumento: la macchina fotografica che passa dalle mani di Fabio a quella di Gioele.
Fabio ha provato a comprendere l’autismo attraverso gli occhi di Gioele, armandolo dell’obiettivo fotografico: “lo ha sempre incuriosito l’uso della macchina fotografica – racconta Fabio – e spesso me la chiedeva per fare foto; così ho deciso di regalargliene una e farlo lavorare insieme a me (…). Credo che Gioele possa essere una piccola luce, una speranza per molti. Ho cercato di evitare i soliti e scontati canoni che accompagnano lavori fotografici sull’autismo; volevo un lavoro solare, che potesse anche strappare un sorriso. Volevo un bambino normale, spensierato e triste, nella sua quotidianità. Per questo, la critica che finora ho più gradito è stata quella di un fotografo che mi ha detto: ‘Ma non sembra autistico, che lavoro è?!’. Benissimo, mi son detto, ho raggiunto lo scopo!“
Così ne è nato un libro, pubblicato da Doll’s Eye Reflex: “Gioele, Quaderno del tempo libero“, una raccolta di fotografie, appunti, disegni. Gli autori sono Fabio Moscatelli e Gioele, il suo piccolo amico di 12 anni. Il libro raccoglie gli scatti di entrambi e il ricavato verrà destinato alla terapia Aba, che la famiglia non può permettersi.
Uno scambio di visioni tra un fotografo che tenta di comprendere un’interiorità difficile e un bambino che vuole comunicare con l’esterno a modo suo. La loro avventura è un percorso di ricerca e di comprensione reciproca ed è un’avventura che vale sicuramente la pena di leggere.