Nudes and factory di David Linch

Nudes and factory di David Linch

La Scuola Romana di Fotografia

e il Laboratorio Gutenberg

 

presentano

 

MOSTRA FOTOGRAFICA

DI DAVID LYNCH

 

GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2008

ORE 19.00

Scuola Romana di Fotografia

Via degli Ausoni 7/a – Tel. 06.4957264

 

Dreamland Łódź

DONNE E FABBRICHE

NUDES AND FACTORIES

KOBIETY I FABRYKI

30 fotografie dalla serie “Nudes and Factories”

(scattate nel Dicembre 2000 a Lodz, Polonia)

Atlas Sztuki Collection

a cura di Agnieszka Zakrzewicz

 

La mostra sarà aperta da giovedì 9 ottobre a sabato 25 ottobre 2008, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.00; sabato dalle 12.00 alle 19.00

In linea con la politica culturale intrapresa da molti anni siamo, lieti che la Scuola Romana di Fotografia, ospiti la Mostra di opere fotografiche del grande autore americano David Lynch. La cosa è insieme un fatto normale e un evento straordinario.
Normale perché lucidamente inscritto nella strategia e negli obiettivi della nostra scuola: offrire una formazione fotografica e culturale stimolante e di ampio spettro, ma sempre profonda e qualitativa. È normale per noi, insomma, pensare alla complessità della cultura visiva contemporanea, una cultura cui Lynch contribuisce da lunghi anni come indiscusso protagonista.
Risultano però anche ovvi i motivi per cui la mostra ci appare straordinaria. Per l’orgoglio che genera in noi l’averla voluta ospitare e l’offrirla al pubblico; ma anche per la eccezionale occasione che, nelle inconsuete vesti di talentuoso fotografo, Lynch offre ai visitatori, ai nostri allievi futuri fotografi, a tutti gli addetti ai lavori. Un’occasione rara grazie alla quale è possibile entrare a contatto diretto col suo lavoro, col suo immaginario e i suoi processi creativi.Sappiamo poi che in un prossimo futuro il maestro potrà essere impegnato in un workshop presso la nostra scuola; anche allora potremo parlare di un evento straordinario, com’è normale che sia.

Angelo Caligaris

Presidente

Scuola Romana di Fotografia e Cinema


David Lynch_Fotografia, fabbrica del mondo

Walter Murch, Oscar per il montaggio di film come Il paziente inglese, nel suo libro “In the Blink of an Eye” rivela che, nel pieno dell’era digitale, alcuni registi ancora girano, tagliano e montano i propri film rigorosamente in pellicola. David Lynch è, insieme a Steven Spielberg e Alan Parker, tra i tre giganti nominati da Murch. Il rapporto col fotografico dunque sembrerebbe, per Lynch, una questione viscerale – così come il rapporto col disegno e con la musica e il suono in generale; non sta a me, però, di addentrarmi in simili analisi. A giudicare dal modo in cui conduce il proprio lavoro – il lavoro che abbiamo qui dinnanzi a noi – mi pare invece decisivo in Lynch il rapporto produttivo e generativo, industriale e carnale, rappresentato dalla fotografia. Quasi che il tema di questa mostra non fosse che una grande metafora straniata del fotografico. Industrie e corpi femminili. Fabrica Mundi: laboratorio del mondo. Questo, oltre allo stile dell’autore, è ciò che accomuna i due soggetti in un solo tema unitario.

Se è vero che le immagini sono la raffigurazione – e dunque potenzialmente una sostituzione – del Reale, è vero però che alcune immagini, artistiche in un senso lato che ricomprende tanto la fotografia quanto la pittura o il cinema, non sono nate come rappresentazione del mondo, ma come sue regioni specifiche. Nell’immagine creativa tu non ritrovi il mondo, ma una porzione di mondo che non avresti mai potuto vedere, altrimenti.

Corpi femminili e fabbriche come incubatrici del mondo, dunque; però solo un immaginario che sfiori la realtà accendendola d’immaginazione può condurci in un simile viaggio. Coi suoi close-up impietosi, le textures tardomoderne, le proverbiali ombre sinistre, Lynch assembla in questa mostra una serie coerente di brani dispersi tutti volti a creare un mondo di assonanze squisitamente visive. Trasformare in un plot fantastico la realtà, metterne in evidenza – con un media iperrealistico – le capacità allucinatorie, epifaniche e visionarie, è un paradosso che solo la fotografia (e la regia di Lynch) dispiegano al massimo grado. Ma il cinema, pur con tutto il suo armamentario mimetico e la sua durata temporale non è, almeno per questo Lynch, che l’erede delle proprietà caratterizzanti del fotografico. Con tutta la sua ossessiva, perturbante concentrazione sul Reale: come dice il saggio, “24 volte al secondo”.

Augusto Pieroni

Docente Arti Visive

Scuola Romana di Fotografia e Cinema

 

La mostra è stata organizzata da Associazione Culturale Laboratorio Gutenberg, Associazione Culturale Polandia – BezGranic, Scuola Romana di Fotografia, in collaborazione con Festa Internazionale del Film di Roma, e partecipazione di: Ufficio di Promozione del Turismo e Collaborazione con l´Estero del Comune di Lodz, Atlas Sztuki, Gazeta Wyborcza, Istituto Polacco di Roma, Assirias s.r.l, e ha ricevuto i patrocini di Regione Lazio Assessorato alla Cultura spettacolo e sport, Provincia di Roma, Comune di Roma, Comune di Lodz, Università Roma Tre – Dipartimento di Letterature Comparate.